Realizzazione orizzontale e realizzazione verticale
Nel corso della vita la maggior parte delle persone investe tempo ed energie per raggiungere il benessere psicofisico e materiale, come migliorare la propria carriera lavorativa, guadagnare più soldi, formarsi intellettualmente, mangiare più sano, accumulare beni, migliorare quindi tutto ciò che riguarda la qualità della vita.
Si può perciò parlare di aspirare a una realizzazione orizzontale della persona. In questo modo le relazioni sono piuttosto superficiali, le amicizie possono basarsi sul tornaconto personale, gli argomenti di conversazione restano su un piano prettamente materialistico - non si parla di sé, ma di calcio o dell'ultimo modello appena uscito, di politica, ecc... dell'esterno, in generale. In questo modo di intendere la vita tutto diventa funzionale, ogni cosa è un oggetto, serve o non serve, mi interessa o no; e l'altro è qualcuno con cui competere o allearsi per raggiungere un obbiettivo.
Tuttavia esiste anche una realizzazione verticale, una realizzazione che riguarda la connessione profonda con l'Essere, l'Essenza, l'Invisibile, l'Ineffabile, la radice di tutto ciò che è, la quale genera una qualità umana profonda, genera le aspirazioni più profonde del sé: si tratta dell'accesso alla parte più intima e costitutiva dell'essere umano che in fondo sta alla base di ogni scelta, di ogni relazione e stile di vita.
In questo livello di coscienza ci si accorge di non essere più gli unici protagonisti della propria vita, ma si cerca continuamente di sintonizzarsi con lo Spirito, che non è un altro oggetto da conquistare, ma la propria Fonte, la Sorgente di Vita e di Verità che ci costituisce e ci configura. Vivere a questo livello implica il non fermarsi alle apparenze, alla superficie delle cose, delle situazioni e delle relazioni, ma trovarvi sempre l'Essenza, il filo rosso, l'insegnamento, la parte di noi.
Attraverso un percorso di conoscenza profonda di sé e di contatto con questa dimensione costitutiva, si consolida la propria fiducia di base, per cui non si resiste più, non si lotta più, non ci si attacca a qualcosa per paura di perderlo: si impara a fluire con la vita e con i suoi avvenimenti, non ci sono più nemici, si prende consapevolezza che in fondo tutto è buono, si rompono i confini che ci delimitano ("non sono cristiano", "non sono un migrante", "non sono te"...) e l'altro diventa un altro me, anche ciò che accade dall'altra parte del mondo mi tocca perché si comprende che, al di là delle differenze esterne, siamo davvero interconnessi.
L'accesso alla nostra identità più profonda (la realizzazione verticale) fa scaturire in modo naturale ed inevitabile valori come la compassione, la collaborazione, la solidarietà, la pace, e così, le persone che si incontrano a questo livello vivono relazioni profonde, semplici, in cui prevale l'ascolto, la condivisione, la gioia di stare insieme che non è frutto di interessi o bisogni.
Purtroppo questa dimensione è spesso trascurata, sacrificata. Non c'è tempo!
Si è poco coscienti che l'una non esclude l'altra, che l'una ha bisogno dell'altra, tuttavia investire nella realizzazione verticale, garantire il contatto con la dimensione più profonda della vita offre ampiezza, profondità, qualità e soprattutto un significato più universale alla realizzazione orizzontale.
Il corpo accumula lo stress dovuto all'affanno per compiere esclusivamente la realizzazione orizzontale (gastrite, dolore alla schiena o al collo, psoriasi, patologie reumatiche e autoinmmuni, ecc.), per affermarsi ed essere qualcuno nell'ambiente dove viviamo, per possedere beni superiori alle nostre necessità, per migliorare la nostra qualità di vita rimanendo comunque insoddisfatti oppure realizzandola a scapito di altri.
Purtroppo la realizzazione orizzontale da sola ci svuota di senso, ci impoverisce di significati, ci spoglia di valori e ci porta a competere più che a collaborare.
Chi siamo veramente? Dove stiamo andando? Che cosa è veramente importante in questo momento della nostra vita? Dove stiamo correndo? Per che cosa non c'è tempo e che cosa merita veramente il nostro tempo?
Il corpo in questo processo di realizzazione (realizzativo) verticale e orizzontale, gioca un ruolo molto importante: è tornando a prestare attenzione al proprio corpo, ascoltando le sensazioni e le emozioni che in esso risuonano, imparando a silenziare i rumori interni dell'ego, che gradualmente si apre uno spazio di presenza, uno spazio d'essere e di inter-essere nel quale i propri interessi corrispondono al bene comune, e la vita stessa diventa un frammento di eternità in cui lasciare la parte migliore di sé.
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